Mercato del lavoro – Le nuove generazioni mostrano un tasso d’iniziativa e adattabilità maggiore rispetto la generazione precedente, accettando situazioni professionali spesso al di sotto delle loro potenzialità di contro a quanto sostenuto dall’ex ministro Fornero che poco tempo fa definiva i giovani “choosy” “schizzinosi”.
Il Censis nella sua ricerca “Vita da Millennials, nuovi soggetti della ripresa italiana alla prova” fornisce un quadro delle generazioni che hanno oggi fra i 20 e i 35 anni definendoli intraprendenti, stacanovisti e innovatori. Nel 2015 quasi 32000 nuove imprese fanno capo a under 35 ciò vuol dire che i giovani sono imprenditori più vivaci di quelle delle generazioni precedenti e ai rischi di incaglio nella precarietà i Millennials italiani hanno opposto una forza vitale partendo da una potenza italiana consolidata: l’imprenditorialità.
Ma quanti sono e come lavorano gli under 35 italiani?
Ben 2,3 milioni svolgono un lavoro di livello più basso rispetto alla loro qualifica. Un milione di Millennials ha cambiato almeno due lavori nel corso dell’anno, 1milione circa dichiara di aver lavorato in nero negli ultimi 12 mesi, 2 milioni circa hanno svolto lavoretti pur di guadagnare qualcosa con contratti inferiori ad un mese e c’è chi ha svolto stage non retribuiti pur di “stare in partita”.
Unico aiuto concreto nella conciliazione tra vita e lavoro la capacità di interagire con le nuove tecnologie. Sono proprio i giovani, i Millennials ad aver fatto decollare il commercio on line, con un peso non indifferente all’interno del panorama lavorativo internazionale.
Proprio questi sono gli unici a credere nel futuro, laddove una buona parte degli italiani ritiene che per il nostro paese i giorni migliori siano ormai passati. Per i Millenials il meglio deve ancora venire. Questi ultimi sostengono che il futuro vada costruito con la convinzione che le potenzialità italiane non sono solo un lascito del passato , ma sono risorse per il futuro.